Scopriamo i CAPPELLETTI Romagnoli tra Storia e Curiosità
In Emilia-Romagna ogni città ha la sua pasta ripiena: scopriamo i cappelletti romagnoli
Se viaggi in Emilia-Romagna, ti accorgerai presto che qui ogni città ha la sua pasta ripiena. Basta spostarsi di qualche decina di chilometri per trovarsi davanti a un nuovo piatto, un’altra storia e una tradizione diversa.
A Bologna, il piatto simbolo sono i tortellini in brodo, piccoli, eleganti e ripieni di carne. Scendendo verso la Romagna, a Ravenna, la pasta ripiena cambia forma e anima: i protagonisti diventano i cappelletti, con un ripieno più delicato a base di formaggio. E se ti spingi fino a Ferrara, la sorpresa continua con i cappellacci, più grandi e con un cuore dolce di zucca.
Capisco che possa essere un po’ confuso—non capita spesso di trovare tre città così vicine con tre modi diversi di intendere la pasta ripiena! Ma niente paura: adesso ti spieghiamo tutto.
Cosa rende speciali i cappelletti romagnoli?
Se ti siedi a tavola in una trattoria romagnola, difficilmente troverai i tortellini nel menu. Qui la pasta ripiena è tutta un’altra storia: i cappelletti.
A differenza dei tortellini emiliani, farciti con carne, i cappelletti romagnoli hanno un ripieno morbido e delicato a base di formaggi, come ricotta, raviggiolo e parmigiano. Sono profondamente legati alla tradizione contadina e alle festività: in molte famiglie romagnole non c’è Natale senza un piatto fumante di cappelletti in brodo. Ancora oggi si preparano rigorosamente a mano, con gesti tramandati di generazione in generazione.
La tradizione li vuole serviti in brodo di cappone o gallina, per esaltarne la delicatezza e scaldare il cuore nei mesi invernali. Esistono anche varianti asciutte, condite con ragù o burro e salvia, ma per un romagnolo DOC il vero cappelletto resta quello che “nuota” nel brodo.
Se sei in Romagna, lasciati sorprendere dai cappelletti: ogni terra ha la sua identità e ogni piatto racconta una storia. E quella dei cappelletti vale la pena assaggiarla.
Cappelletti, tortellini e cappellacci: tre storie di pasta ripiena
Abbiamo detto che in Emilia-Romagna ogni città ha la sua pasta ripiena. Ma cosa le rende così diverse? Oltre agli ingredienti e alla forma, c’è un mondo di tradizioni e leggende che rendono unici cappelletti, tortellini e cappellacci.
A Ravenna e in Romagna, i cappelletti sono il piatto delle feste, il comfort food invernale per eccellenza. La loro forma ricorda un piccolo cappello, mentre il ripieno è un tripudio di formaggi morbidi. Il rito della preparazione, tramandato di famiglia in famiglia, è un momento di convivialità che unisce generazioni.
A pochi chilometri di distanza, a Bologna, la pasta ripiena cambia volto: i tortellini sono più piccoli e avvolti su sé stessi, con un ripieno ricco di carne di maiale, prosciutto crudo e mortadella. La tradizione vuole che si mangino esclusivamente in brodo di cappone e un bolognese doc probabilmente non li ordinerà mai in un altro modo. Certo, li troverai anche con panna o con ragù, perché sono buoni sempre, ma se incontri un bolognese, fai attenzione a non dirglielo: potrebbe farti un discorso sulla “vera” tradizione!
Infine, a Ferrara, la pasta ripiena assume una dimensione completamente diversa con i cappellacci, più grandi e dal ripieno dolce a base di zucca violina e parmigiano. Qui, la cucina ha risentito dell’influenza della corte rinascimentale degli Estensi, dove i contrasti dolce-salato erano molto apprezzati. Per questo, i cappellacci si servono spesso con burro e salvia o con un ragù rustico, che ne esalta il sapore delicato.
E poi ci sono le leggende. Si racconta che i tortellini siano nati dall’ispirazione di un oste che, spiando Venere attraverso il buco di una serratura, vide il suo ombelico e decise di riprodurlo in cucina. I cappelletti, invece, sono sempre stati legati alla convivialità: un tempo, il ripieno di formaggio era considerato un lusso e si riservava alle grandi occasioni.
Tre città, tre paste ripiene, tre storie diverse. Questo è il bello dell’Emilia-Romagna: ogni piatto racconta il legame profondo tra cucina, territorio e tradizione.
Dove gustare i cappelletti in Romagna (e qualche variante da provare)
Se vuoi assaporare i cappelletti nella loro forma più autentica, cerca una trattoria tradizionale romagnola. Quelle con il menu scritto a mano e il profumo di brodo che arriva dalla cucina. Qui la pasta è fatta a mano, spesso da mani esperte che custodiscono gelosamente la ricetta tramandata per generazioni.
Il menu perfetto per un pasto tipicamente romagnolo? Potresti iniziare con un tagliere di affettati e squacquerone, accompagnato dalla piadina calda, per poi proseguire con i cappelletti in brodo o al ragù. Se hai ancora fame, potresti lasciarti tentare da un secondo come il coniglio in porchetta, la grigliata mista di carne o una frittura di pesce dell’Adriatico, perché in Romagna il mare non è mai troppo lontano. E per finire, un bel bicchiere di Albana dolce con una fetta di ciambella romagnola.
Ma i cappelletti oggi non si trovano solo nelle trattorie tradizionali. Sempre più ristoranti ne propongono varianti moderne, come cappelletti ripieni di crostacei o seppia, serviti con bisque di gamberi o vongole. Nei locali più informali, si trovano anche cappelletti fritti, perfetti per un aperitivo sfizioso.
E poi ci sono le sagre di paese, dove la tradizione si celebra a cielo aperto. Sagre del cappelletto, del passatello, della piadina… Ogni occasione è buona per stare insieme attorno a una tavola imbandita, tra musica, balli e convivialità. Se sei in Romagna, informati all’ufficio del turismo: potresti trovare un evento gastronomico proprio nei giorni della tua visita.
In Romagna, dove c’è cibo, c’è festa. E le due cose vanno sempre di pari passo.
Vuoi scoprire tutti i segreti dei cappelletti? Te li insegna un’azdora!
Dopo averli assaggiati, c’è una buona probabilità che tu non possa più farne a meno. E allora, perché non imparare a farli con le tue mani?
Chi meglio di un’azdora può insegnartelo? L’azdora è l’anima della cucina romagnola: un tempo la regina della casa, oggi la custode dei segreti della pasta fatta a mano.
Nel nostro laboratorio di cappelletti, potrai imparare dalla voce e dalle mani di un’azdora come si prepara la sfoglia perfetta, il ripieno tradizionale e il gesto giusto per chiuderli uno a uno. Sarà un’esperienza autentica, divertente e, ovviamente, buonissima!
Se vuoi vivere Ravenna come un vero romagnolo, prenota il tuo posto nel laboratorio e porta a casa un pezzo di questa tradizione.
E tu, quale pasta ripiena sceglierai?
Quindi, a questo punto, sei pronto a partire per un tour culinario dell’Emilia-Romagna e assaggiare tutte le sue paste ripiene, da Bologna a Ravenna, fino a Ferrara? Ogni città ha la sua specialità, ogni piatto racconta una storia e ogni forchettata è un viaggio nel cuore di questa terra. Ti lasciamo il compito di decretare la tua preferita… anche se, lo ammettiamo, noi un’idea ce l’abbiamo già!